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BOCCHINO (Materiali e forme)

    Ebanite (in larga parte), metacrilato e plexiglass sono le materie prime del bocchino moderno. Delle loro peculiari caratteristiche e qualità si trova ampia letteratura. Hanno ormai completamente o quasi) soppiantato corno, osso, ambra e altri materiali, troppo fragili o troppo "impregnabili".

    Praticamente, il bocchino deve condurre il fumo dal cannello alla bocca e permettere ai denti di sostenere la pipa; esteticamente, deve completare armonicamente la linea della pipa.

    A prescindere dal materiale usato, al bocchino si chiede: resistenza e durata non disgiunte da un minimo di conforto per i denti; assoluta neutralita' nei confronti del fumo (di cui non deve alterare il sapore; minima azione di raffreddamento sul fumo, per evitare fenomeni di condensa; aspetto gradevole e lucentezza possibilmente di lunga durata; allineamento perfetto al cannello, sia esternamente, sia nella foratura; giusto equilibrio (per lunghezza, spessore e forma) con testa e cannello.

    Requisito fondamentale: che "stia bene in bocca", cioe' assicuri una buona presa senza affaticare i denti e le mascelle. Altri requisiti funzionali riguardano le due estremita' del bocchino. Se finisce a perno, questo deve essere robusto (e' la parte piu' soggetta a rotture) e adattarsi perfettamente all'alloggiamento praticato nel cannello; se invece non ha perno, ma e' rastremato a tronco di cono per l'innesto a flock, deve " tenere" bene per evitare che si sfili.

   Non meno importante l'altra estremita', cioe' l'imboccatura. Qui le soluzioni sono diverse. Intanto c'e' un fatto di spessore, che dovrebbe conciliare in difficile equilibrio due esigenze: essere comoda, cioe' abbastanza sottile; non essere troppo sottile perche' sarebbe facilmente soggetta ad usura. Ma l'imboccatura significa anche, e soprattutto, passaggio del fumo. Una volta (e il criterio resiste nei pochi bocchini di ambra e di corno ancora in circolazione) il condotto del fumo arriva dritto e uguale fino all'uscita. In conveniente: il fumo viene concentrato in una zona ristretta della lingua: A questo inconveniente si e' ovviato con due sistemi: uno (adottato dalla Peterson) e' quello di curvare verso l'alto il foro di uscita in modo che il fumo sia deviato verso il palato, che e' meno sensibile al calore e piu' lontano, l'altro e' quello di allargare (in misura maggiore o minore) a imbuto rovesciato la sezione di uscita cosi' che il fumo si espanda nella cavita' orale. Quest'ultimo sistema, oramai il piu' diffuso, qualche volta "si ripercuote" all'esterno, dando origine all'imboccatura a coda di pesce (fishtail), considerata da qualcuno piu' comoda perche' permette di distribuire il peso su piu' denti. Punto di vista opinabile perche' in realta' e' difficile che siano interessati piu' di due denti superiori e due inferiori (e se l'imboccatura foss tanto larga da interessarne tre darebbe indubbiamente fastidio in bocca).

   L'espansione del fumo viene ottenuta con un allargamento progressivo della sezione d'uscita; in altri casi, specie quando si impiega metacrilato, c'e' una fessura orizzontale, un'incavatura longitudinale cui giunge il condotto.

   Parte notevole dell'imboccatura e' il dente, cioe' il rialzo o risalto che "trattiene" la pipa in bocca. Da una configurazione lenticolare si e' ora passati a estremita' piatte o incavate. Alcuni produttori giungono alla raffinatezza di arrotondare l'estremita' che viene a contatto con la lingua. Quanto al dente vero e proprio, se e' troppo poco rilevato e' difficile sostenere la pipa con i denti, se invece il suo risalto e' eccessivo puo' risultare fastidioso.

   Due casi particolari (e poco diffusi) nell'imboccatura. Il dental bite con risalto accentuato e altri accorgimenti per chi porta la dentiera o ha la dentatura molto delicata. Il double bore, cioe' la diramazione in due parti del condotto, in modo che ci siano due fori d'uscita del fumo.

   Abbiamo lasciato per ultimo cio' che la logica avrebbe voluto per primo: posposizione voluta perche' l'importanza dell'argomento e' piu' estetica che funzionale. Un bocchino puo' essere diritto o curvo, ma i tipi fondamentali sono due: taper cioe' liscio-dritto; saddle, cioe' a sella, con sezione che si riduce bruscamente a un certo punto. Alcuni trovano piu' confortevole quest'ultimo perche' all'imboccatura le pareti orizzontali sono pressoche' parallele. E' anche, sia pure di poco, piu' leggero. In compenso, la zona con pareti piu' sottili provoca maggior raffreddamento. Una variante e' data da una specie di compromesso fra i due tipo (lo chiamano taper moderno); il profilo decresce piu' rapidamente che nel taper classico, fino ad arrivare a pareti parallele (o quasi) all'imboccatura.

   Ma ci sono altre varianti che uniscono in diverse fogge le due linee fondamentali e che, oltre ad avere finalita' estetiche, rappresentano anche l'elemento di identificazione di una serie o di un'intera produzione. Finalita' estetiche e di allineamento con la pipa hanno anche la lunghezza e i vari tipi di sezione: ovale, rotonda, diamante, rettangolare, quadrata.

   Qualche misura del tutto indicativa: il foro o condotto ha in genere un diametro sui tre millimetri; la fessura di uscita del fumo e' alta un millimetro e mezzo e larga sui sette millimetri; lo spessore totale di un bocchino all'imboccatura e' tra i quattro e i quattro millimetri e mezzo. Chi ha morso robusto deve orientarsi sulla sezione piu' arrotondata, o almeno sulle imboccature piu' spesse.

   Ultima annotazione: in gran parte i bocchini sono neri, ma ce ne sono di vari colori, uniti o in vario modo marezzati, sempre intonati con la tinta della testa.

 

Tratto da: "La pipa dall'A alla Z" - di M. Oriani e G. Bozzini - Oscar Mondadori 1985